Carissimi, se Dio ci ha amati in questo modo, anche noi dobbiamo amarci gli uni gli altri (8 marzo 1920)

Carissimi, se Dio ci ha amati in questo modo, anche noi dobbiamo amarci gli uni gli altri (l Gv 4, Il).

Come Dio ci ha amati? Se nessuno possiede più carità di colui che dà la vita per l'amico, quale sarà l'amore di Dio per gli uomini, Dio che dà la vita del suo Figlio, che è più della propria vita, e la dà per il nemico? Meditiamo, perché c'è molto da meditare in queste poche parole.

L'amore del Figlio non è soddisfatto con la morte: Gesù rimane nel sacramento dell'altare per vivere unito a coloro che ama e il suo desiderio non viene meno pur conoscendo, egli, in quanto Dio, gli oltraggi, gli affronti, i sacrilegi che avrebbe subito da parte di coloro che tanto ama. Inoltre, ciascuno rientri in se stesso per constatare le prove di amore che Dio gli elargisce e potrà dire, con l'imperfezione della creatura umana, come egli ci ha amati.

Anche noi dobbiamo amarci gli uni gli altri, se Dio ci ha amati in questo modo. Chi può dubitarne? Chi può esprimere con parole umane il suo amore? Noi ci amiamo reciprocamente? Come ci amiamo? Alla prima domanda ciascuno risponda dopo essersi esaminato sulla carità mutua, sull'amore reciproco. Forse la risposta negativa non sarà la peggiore, perché sarà facile che, rispondendo alla seconda domanda, dobbiamo confessare dinanzi a Dio, che penetra e scruta i cuori, che il nostro amore non è stato buono! Se avessimo amato come Dio ci ama! Però vi è egoismo, soddisfazione, miseria nell'amore reciproco che ci scambiamo. Dov'è il distacco, l'abnegazione, il sacrificio, l'eroismo?