Qualunque cosa facciate, fatela di cuore (6 marzo 1920)

Qualunque cosa facciate, fatela di cuore, come per il Signore e non per gli uomini (Col 3, 23).

Qualunque cosa facciate, fatela di cuore. Dovete intenderlo così: tutto quanto facciamo dobbiamo farlo di cuore. Se è «tutto», non facciamo il nostro dovere quando facciamo con il cuore solo alcune cose, ma non altre, quando mettiamo tutto il nostro impegno in ciò che più ci piace ed eseguiamo male, senza fede e senza entusiasmo, quello che ci dispiace o che ci piace di meno. Affinché sia «tutto», devono essere compresi pensieri, parole e opere: si deve mettere questo impegno quando pensiamo ciò che siamo obbligati a pensare per il nostro bene e per quello dell'Opera, quando parliamo di ciò di cui dobbiamo parlare e quando eseguiamo gli atti che dobbiamo. Quando abbiamo fatto tutto con il cuore, come lo abbiamo fatto? E quando non lo abbiamo fatto con il cuore, abbiamo percepito la differenza che c'è tra il fare le cose con il cuore e il farle solo per farle, senza voglia né entusiasmo? L'Opera ha diritto di esigere tutto ciò da noi?

Come per il Signore. Come si fanno le cose quando si eseguono per Dio, esclusivamente per lui? [...] Per Dio non costano i sacrifici, né importano i fastidi né fanno soffrire i fallimenti; per Dio si agisce senza precipitazione, senza angosce, con pace e tranquillità; poiché quando si fa tutto per il Signore, è uguale quello che innalza e quello che umilia, quello che piace e quello che dà fastidio, le cose facili e quelle difficili [...]. Abbiamo sottratto a Dio ciò che era suo, quando non abbiamo fatto per lui tutte le azioni della nostra vita.