La Pasqua del MIT Giovani a Caltanissetta: la cronaca e le testimonianze

La Pasqua del MIT Giovani a Caltanissetta

Nell’anno del Giubileo e sollecitati dai tanti inviti di papa Francesco ad uscire dall’indifferenza, nel MIT Giovani è maturata l’idea di vivere il Triduo della Settimana Santa, dando spazio ad un’esperienza di vicinanza con chi è in difficoltà: gli ospiti dell’ I.P.M. (Istituto Penale Minorile) di Caltanissetta. Si è pensato a questa struttura perché, già da alcuni mesi, il MIT Giovani, in collaborazione con la ONLUS delle Paoline, sta realizzando un progetto che ha fini educativi e di recupero degli ospiti.
Di seguito presentiamo una breve “cronaca” delle tre giornate.


Giovedì Santo
Giovedì SantoCelebrazione della Messa in “Coena Domini”.
Accolti con gratitudine, sia dai detenuti che dai responsabili e dagli educatori della struttura, che hanno collaborato sotto la guida di alcune di noi allo svolgimento della celebrazione,abbiamo vissuto un momento di profonda condivisione con le parole e i gesti di una celebrazione che parla di amore senza misura, di servizio, di donazione. Giovedì SantoFondamentale il coinvolgimento del cappellano e delle tante presenze di figure istituzionali che, per la nostra modesta presenza, sono stati sollecitati a coinvolgersi.  
Momento di grande umanità, senza titoli, né collocazioni sociali e religiose (alcuni ospiti sono musulmani): tutti ci siamo sentiti fratelli e comportati come tali.

      
Venerdì Santo
Venerdì SantoPer chi ha voluto e potuto la giornata è iniziata molto presto per partecipare ad una processione particolare che si svolge in un paesino vicino,  S. Cataldo: “L’incontro della Madonna e S.Giovanni col Cristo morto”, un momento intenso di devozione popolare. A Caltanissetta  la Settimana Santa, come in altri centri della Sicilia, è ricca di rappresentazioni sacre; anche la sera prima eravamo usciti per le strade della città per partecipare alla processione delle Vare, gruppi che rappresentano la Passione.
Venerdì SantoAl ritorno tutti insieme, giovani e adulti, abbiamo vissuto un momento di riflessione, preghiera personale silenziosa e condivisione, dopo aver ascoltato il Vescovo Mons. Russotto che ha parlato sul tema: “Maria, Giovanni e le donne ai piedi della croce, momento in cui nasce la Chiesa”. Nel pomeriggio alle 15 siamo tornati all’I.P.M. per vivere insieme agli ospiti, alla direttrice e ad alcuni operatori, il Cammino della Via Crucis. Le stazioni sono state commentate semplicemente dalla direttrice, dagli operatori, dai ragazzi del MIT, dai membri I.T, dagli ospiti. Anche questo è stato un momento forte di presenza e condivisione profonda delle nostro essere persone, al di là di ogni etichetta. Dalle riflessioni è venuto più volte lo stimolo a prendere coscienza che essere diversi è possibile, e che un mondo diverso lo si può, almeno, immaginare.  La giornata si è conclusa con la partecipazione  all’Adorazione della Croce in cattedrale.


Sabato Santo
A CaltanissettaDopo aver dedicato un tempo alla preghiera sull’esperienza di silenzio e solitudine dell’attesa, come la liturgia ci suggerisce, i più giovani e non, sono tornati all’I.P.M. per una fraterna partita di pallone, che ha concluso la nostra presenza al carcere minorile.
Prima di lasciare Caltanissetta per celebrare la Veglia nelle nostre parrocchie, abbiamo visitato due strutture, in cui opera don Alessandro: una mensa per i poveri del paese, allestita in alcuni locali della parrocchia, dopo l’8 dicembre inizio dell’anno giubilare, ed un centro di accoglienza per migranti, che accoglie 120 persone, di etnie, lingua e religione diverse. Nel centro abbiamo avuto la possibilità di parlare per un po’ con un ospite afgano, che ci ha spiegato i motivi dell’emigrazione e ci ha raccontato le condizioni e la lunghezza del viaggio.

Nella lunga veglia della notte abbiamo ricordato tanti volti , tante situazioni difficili, che il papa più volte ci ha invitato a guardare. Abbiamo riflettuto sul fatto che forse non saremo stati di grande aiuto, ma con la nostra presenza abbiamo voluto dire ai ragazzi dell’I.P.M.: “so che ci sei e che sei un fratello, anche se  nemmeno so come potrei aiutarti”.
Ci sono tornate in mente le parole della direttrice del carcere sulla nostra presenza: “Grazie, perché questi giorni, che senza di voi sarebbero stati vuoti, sono stati invece ricchi di affetto e di contenuti”.


                                                                                                         A.M.S.

 

Di seguito, la coinvolgente testimonianza di chi ha partecipato alle giornate…

 

CALTANISSETTA, 25 Marzo, un altro splendido incontro del M.I.T. ha inizio!!!

Un altro splendido incontro del MIT


Dopo il consueto momento di preghiera assistiamo a un intervento del vescovo di Caltanissetta su un brano della Parola e in particolare sulla figura della Madonna, da lui definita donna del paradosso (come in effetti è..).
Sempre in compagnia del vescovo, facciamo un giro in Episcopio, tra le reliquie di Giovanni Paolo II, con cui don Mario aveva buoni rapporti, e oltre al reliquario visitiamo la cappella privata e una piccola saletta piena di foto che immortalano incontri con grandi autorità religiose e civili.
Ci ha parecchio incuriosito, tra le tante, una foto del vescovo in compagnia di Fidel Castro.


facciamo un giro in Episcopio

Dopo un lauto pranzo ci rechiamo all'Istituto penale minorile di Caltanissetta, dove facciamo la conoscenza di alcuni ragazzi che vi sono ospitati, alcuni anche molto simpatici e socievoli. Assieme a loro organizziamo una piccola Via Crucis nel cortile antistante la struttura.
A ogni stazione ognuno si ferma a dire una propria riflessione. Un momento di grande fede e fraternità.
Dopo avere assistito alle celebrazioni pasquali nella cattedrale si ritorna al seminario dove siamo ospitati.  
L’indomani, dopo un momento di comunione e preghiera, ci attende un’altra visita stavolta in un centro di accoglienza per senzatetto dove un parroco, Don Alessandro (che è anche il cappellano del carcere), è riuscito a trasformare un posto in rovina in una stupenda chiesa con delle enormi vetrate colorate e una calda atmosfera di pace e serenità.
Dopodiché scendiamo in campo per una partita amichevole di calcio, i nostri avversari sono i ragazzi del carcere incontrati il giorno prima con i quali riusciamo a vincere, anche se a fatica, li salutiamo contenti e convinti di avergli lasciato un ricordo felice e indelebile, ci spostiamo verso un altro centro di accoglienza questa volta per i migranti e giunti lì ascoltiamo la storia di Samir, un immigrato pakistano fuggito dalla guerra e costretto ad abbandonare la sua famiglia.
Ci racconta del suo viaggio, durato 6 mesi, per raggiungere l’Italia e del suo primo approccio con gli abitanti della Sicilia, le sue difficoltà nell’apprendere la lingua e i suoi primi lavoretti, lo racconta con una serenità e una pacatezza unica, sintomo di una grande forza d’animo, salutiamo anche lui e partiamo verso le nostre case, pensando a quei due giorni passati in compagnia e a quest’esperienza che ricorderemo per molto tempo.


Mattia Parrino


La Pasqua MIT 2016: tre giorni in cammino nelle "periferie esistenziali"

 

La Pasqua MIT 

Dal 24 al 26 marzo 2016 il MIT ha scelto di vivere il triduo pasquale tra realtà che potremmo definire ferite del mondo, periferie esistenziali: il carcere minorile di Caltanissetta e il centro di prima accoglienza di Madre Speranza.
Abbiamo fatto esperienza della luce nel buio della notte, tra gli sguardi e il calore dei ragazzi che, per  una serie di circostanze, si sono trovati a commettere errori di cui forse neanche sono consapevoli, e  tra  i volti smarriti di immigrati che nel vortice del flusso migratorio hanno percorso migliaia di chilometri a piedi nella ricerca della possibilità di un futuro migliore.

un'esperienza unicaE' stata un' esperienza unica, indimenticabile e da rivivere come hanno confermato i giovani che hanno partecipato.

Coinvolgente, interessante ed emozionante è stato l'incontro con il vescovo Russotto.

Il  Venerdì Santo, giorno in cui Gesù ha attraversato la notte della sua vita, il buio più scuro, il vescovo  Russotto  ci ha condotto -  attraverso  la figura di Maria, da lui definita "donna del paradosso", "primo  tabernacolo  mobile della storia", "donna di periferia" - al fascino inconsueto del crocifisso : "Lasciarsi fare belli da colui che è bello".

un Dio crocifissoUn DIO crocifisso, il più grande paradosso, come trovare bellezza in un uomo sfigurato, uomo dei dolori; come  essere attratti, affascinati da un uomo inerme, impotente, ribrezzante...

Alla notte di questo momento storico, alla notte dei giovani carcerati, degli immigrati, dei poveri, dei sofferenti... echeggia la domanda "Dio dov'è?" E la risposta, seppur scomoda, difficile da accettare, fuori dalla logica umana , ce  la dà il crocifisso: Dio è là sulla croce. Lui  ha attraversato la sua notte, senza ricevere nessuna consolazione, tanto da sentirsi abbandonato, continuando a credere, ad  amare, a sperare. In croce Gesù ha amato fino allo spreco, donando anche l' ultima cosa che gli rimaneva: il suo Spirito, "Padre nelle tue mani consegno il mio Spirito".
Proprio sulla Croce, tra  dolori e pianti, il figlio partorisce la chiesa.
Noi siamo nati sotto la Croce e come Giovanni: "prendiamo Maria fra le cose nostre più care"... " Maria è una di famiglia".
L'incontro è stato reso ancora più vivo dalla condivisione delle riflessioni di ciascuno precedute da un momento di deserto e successivamente dalla visita ad alcune sale della diocesi sotto la guida del vescovo.

Originale e toccante è stata la Via Crucis organizzata e commentata da alcuni giovani carcerati che con il dono delle loro parole ci hanno fatto capire che i giudizi e i pregiudizi a volte possono condannare e uccidere più dei fatti.

Casa di GericoDivertente, grintosa e spensierata è stata la partita giocata il sabato mattina nel campetto del carcere... nessun rigore e nessuna irregolarità!
Successivamente  una visita fugace alla mensa dei poveri "Casa di Gerico" e infine al Centro di Prima Accoglienza di Madre Speranza dove abbiamo ascoltato le forti e fiduciose testimonianze di due giovani immigrati.
Nei loro volti ho visto sguardi di dolore, attesa, speranza, gratitudine, fiducia  e certezza che non saranno da soli a superare la desolazione del loro passato e presente.

ascoltoQuesti tre giorni sono stati sicuramente intensi, insoliti, imprevedibili, emozionanti, propositivi... hanno dato spazio alla preghiera, all'incontro concreto con “realtà periferiche”, a momenti di gioia, culturali, gastronomici, di svago e soprattutto momenti di apertura a Dio e agli altri.

Dall'ascolto delle diverse testimonianze e dall'articolato lavoro di Don Alessandro Giambra abbiamo sperimentato come con la buona volontà e la collaborazione di tutti si raccolgono frutti di pace avviandosi così alla costruzione di una società fraterna, in un incontro concreto di popoli e di culture.
Il messaggio che ho colto è che la luce dell'impegno di ciascuno e la speranza possono allargare "le feritoie delle nostre prigioni" con la consapevolezza e certezza che quando nessuna mano è in grado di tenerci, ci afferrano le braccia del Padre.


Mirella Marino

Buon cammino!

Buon cammino e arrivederci prossimo Mit !!!